Ultimamente dai media arrivano dati preoccupanti: l’obesità infantile è in aumento, l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla addirittura di pandemia; si stima che circa 41 milioni di bambini in tutto il mondo siano obesi o in sovrappeso ( dati forniti dal rapporto “Ending Childhood Obesity”). Il nostro paese è uno tra quelli maggiormente colpiti dal fenomeno: circa un bambino su quattro è in sovrappeso, con una maggioranza nelle regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali e con il primato negativo della Campania.
Quali sono i rischi legati all’obesità infantile?
Innanzi tutto un bambino con un eccesso di peso è un bambino che ha problematiche non solo dal punto di vista estetico, ma anche motorio (è più impacciato nei movimenti), psicologico e relazionale. Un bambino con dei kili in più, infatti, spesso viene schernito ed escluso dai propri compagni, atteggiamenti che causeranno in lui una condizione di disagio dovuta ad una scarsa accettazione nell’ambiente sociale in cui vive.
Ma i problemi non si limitano a questa fascia d’età in quanto, verosimilmente, un bambino obeso è un futuro adulto obeso, pertanto sarà maggiormente predisposto a sviluppare tutte quelle patologie che si correlano all’eccesso ponderale: patologie cardiovascolari, diabete, diversi tipi di tumore.
Perché l’incidenza di obesità, in età pediatrica, è aumentata così tanto negli ultimi decenni?
Le risposte sono molteplici. Innanzi tutto l’alimentazione che si è allontanata sempre di più dai canoni della salutare dieta mediterranea. I bambini, influenzati sicuramente da messaggi pubblicitari fuorvianti, preferiscono il cosi detto junk food (cibo spazzatura) a frutta e verdura.
Cosa contengono realmente quelle merendine che sembrano così buone e sane? La maggior parte delle volte tanti zuccheri e grassi saturi, elementi che, rendendo i cibi più gustosi, spingono i bambini a consumarne sempre di più. Molte volte poi questi cibi vengono abbinati a succhi di frutta, the o bevande gasate e il carico di zuccheri sale vertiginosamente insieme alle calorie. A quanto detto si aggiunge l’aggravante del poco movimento.
I nostri bambini sono sempre più sedentari, sempre più “impegnati” in giochi al pc o tablet. Non corrono più dietro ad un pallone, spesso non praticano alcuna attività sportiva e, tra scuola e casa, trascorrono sempre più ore seduti.
Ma il fattore più pericoloso è la poca propensione da parte dei genitori a proporre dei modelli di vita più salutari. Molte volte i genitori tendono a sottostimare l’eccesso ponderale dei propri figli, ritenendoli normopeso o addirittura sottopeso. Pensano che crescendo i bambini dimagriranno da se, o che sia la loro “costituzione”. Allo stesso modo ritengono che i loro bambini si alimentino in maniera corretta e che debbano mangiare tutto perché comunque “devono crescere”. Ritengono che i loro figli svolgano un’adeguata attività fisica, anche se molte volte non vanno oltre le due ore settimanali di educazione fisica a scuola.
Come trattare quindi il sovrappeso in un bambino? È giusto metterlo a dieta?
Da dietista dico di no se con dieta intendiamo il concetto di “sacrificio o rinuncia”. Ma dico di sì ad una dieta intesa come uno stile di vita più sano, fondato su un’alimentazione più sana, su una maggiore attività fisica e soprattutto su una buona educazione da parte dei genitori.
Ricordiamoci che un bambino non è consapevole delle proprie scelte, e non resisterà a snacks e dolciumi vari se li vedrà mangiare ai propri genitori o se li troverà facilmente nella credenza in cucina! Scegliamo noi, da adulti, uno stile di vita sano e i nostri figli, per i quali siamo dei modelli da seguire, lo sceglieranno di conseguenza.