Le diete più rigide sono quelle più efficaci?

28 Settembre 2022
Mimma Zimarra
A cura di Mimma Zimarra
 

NO, ANZI.

Siamo perennemente a dieta, ci priviamo di tante cose ma... non riusciamo a dimagrire.

Come mai?

Paradossalmente, è probabile che stiamo mangiando troppo poco.

La scienza parla di “setpoint”. Il setpoint del peso corporeo funziona come un punto di equilibrio stabile. In uno stato di marcato deficit energetico, con conseguente perdita di peso, il corpo ridurrà il dispendio energetico, mediante l'adattamento metabolico, che riduce il tasso di perdita di peso.1

In sostanza, meno mangiamo e meno dimagriamo! Il metabolismo rallenta, il corpo si sente “affamato” e per difendersi dalla fame, conserva i grassi come fonte di energia impedendoci di dimagrire ulteriormente. Questo è il motivo per cui molte volte, arrivati ad un certo punto, la perdita di peso si arresta e il peso sulla bilancia rimane fermo…anzi tende addirittura a risalire pur mangiando poco! 

L’evidenza scientifica parla chiaro: meglio evitare approcci alimentari rigidi, che prevedono una restrizione calorica esagerata, perché questi, oltre a essere dannosi per la salute, lo sono anche per il peso.

Per cui, la domanda sorge spontanea...

Come faccio a dimagrire e a controllare il peso nel lungo periodo?

La parola chiave è EQUILIBRIO.

Per raggiungere e mantenere un buono stato di salute occorre seguire un'alimentazione sana ed equilibrata, che comprenda in tutti i cinque pasti grassi, proteine, carboidrati e inoltre, praticare un’adeguata attività fisica.2

Solo così il metabolismo rimane attivo, ci permette di bruciare kcal e di perdere peso.

L’alimentazione equilibrata è rappresentata egregiamente dalla dieta mediterranea. Una dietaricca di frutta, verdura, legumi e cereali, con l'olio d'oliva come fonte di grassi e un ridotto consumo di carne rossa si è dimostrata benefica anche per tutte le cause di mortalità cardiovascolare, dismetabolismo lipidico, pressione sanguigna e diversi stati patologici come il sovrappeso.3 

 

Bibliografia:

1) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11276532/

2) https://www.jandonline.org/article/S2212-2672(15)01636-6/fulltext

3) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2533524/

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